avanzamenti di tesi, questi sconosciuti

A giugno noi del 22° presenteremo il tema di ricerca, e forse anche altri sentono il bisogno di sapere da quelli del 21° e 20° cosa/come hanno presentato loro.
Ok, un powerpoint.
Ok, una bibliografia.
Ma come? Quanto? Quanto specifico?
Su, dateci l’aiutino per fare il primo passo!

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Davide Fornari

Honour degree in Architecture, master of Art and Culture Management, he holds a Ph.D. in Design Sciences from University Iuav of Venice. His Ph.D. thesis on humanoid interfaces was awarded a grant for publication from the Swiss National Science Foundation. He was a visiting professor at Escola Superior de Disseny of Sabadell, Spain, and lectured extensively at the schools of architecture, fashion, graphic, and product design at the University Iuav of Venice, Italy. He is currently a researcher at the Laboratory of Visual Culture, Department of Environment Construction and Design at Supsi in Lugano.

5 thoughts on “avanzamenti di tesi, questi sconosciuti”

  1. non disperare… se vuoi possiamo dedicare del tempo a questo settimana prossima in una pausa di una delle giornate in cui abbiamo qualcosa in programma.

    intanto propongo:
    dimentica il powerpoint, dimentica la bibliografia.
    e commincia a pensare:
    1. a quale ambito legato al design di prodotto o comunicazione voglio dedicare una gran parte dei prossimi 3 anni.

    2. questo ambito è una mia fissa o è rilevante anche per altri di questa disciplina?

    3. prova formulare una domanda di ricerca, una domanda di curiosità legata a questo ambito. che cosa ti interessa sapere in questo ambito?

    4. e ora prova a capire perchè questa domanda è interessante non solo per te ma per la disciplina del industrial design. che rilevanza può avere per altri?

    buon weekend ;)

  2. ciao Kristian, grazie. mi sembra buono l’approccio metodo, molto maediano. ci lavoreremo sopra tutto aprile, penso…
    a domani

    d

  3. Sull’oggetto della ricerca

    Uno spunto di riflessione puo partire anche dal discorso inaugurale del Prof. Anceschi, in cui a pagina 2 dice:

    “E’ indispensabile, io credo, sporcandosi le mani, sviluppare approcci innovativi ed elaborare visioni critiche che interessino il cuore del sistema della
    circolazione dei prodotti e del sistema degli scambi comunicativi.”

    Si mette l’accento sull’innovazione, ossia sul fatto che il lavoro di ricerca deve portare qualcosa di nuovo alla comunita’ del design. E bisogna poterlo fare in maniera critica. E’ soprattutto questo il valore aggiunto del design researcher.

    Aggiunge Umberto Eco (in “Come si fa una tesi di laurea. Le materie umanistiche”, Milano 1977), a pagina 39: “La ricerca deve dire su questo oggetto cose che non sono state gia’ dette oppure rivedere con un’ottica diversa le cose che sono state gia’ dette”.
    E continua a pagina 41: “La ricerca deve fornire gli elementi per la verifica e per la falsifica delle ipotesi che presenta, e pertanto deve fornire gli elementi per una continuazione pubblica”.

    Scegliere e definire subito l’oggetto della propria tesi, in modo da cercare subito le fonti.

    Sulle fonti

    La bibliografia e’ uno strumento essenziale: essa aiuta a capire da dove arrivi (le tue matrici culturali) e dove stai andando, come aveva avuto modo di spiegare la Prof. ssa Riccini. Naturalmente puo’ anche esserci una filmografia …

    – – –

    PS il discorso inaugurale del Prof Anceschi e’ disponibile qui:
    http://www.iuav.it/Ricerca1/Dipartimen/dADI/Dottorato-/Documenti/Intervento-inaugurale-Anceschi.pdf

  4. Sull’oggetto della ricerca

    Uno spunto di riflessione puo’ venire dal discorso inaugurale del Prof. Anceschi, in cui a pagina 2 dice:

    “E’ indispensabile, io credo, sporcandosi le mani, sviluppare approcci innovativi ed elaborare visioni critiche che interessino il cuore del sistema della circolazione dei prodotti e del sistema degli scambi comunicativi.”

    Si mette l’accento sull’innovazione, ossia sul fatto che il lavoro di ricerca deve portare qualcosa di realmente nuovo alla comunita’ del design. Dobbiamo abituarci ad uno sguardo critico, di chi si chiede fino in fondo il perche’ delle cose. Possibilmente combinando l’aspetto umanistico con quello piu’ tipicamente scientifico. E’ soprattutto questo il valore aggiunto del design researcher.

    Lo conferma Umberto Eco (in “Come si fa una tesi di laurea. Le materie umanistiche”, Milano 1977), a pagina 39: “La ricerca deve dire su questo oggetto cose che non sono state gia’ dette oppure rivedere con un’ottica diversa le cose che sono state gia’ dette”.E continua a pagina 41: “La ricerca deve fornire gli elementi per la verifica e per la falsifica delle ipotesi che presenta, e pertanto deve fornire gli elementi per una continuazione pubblica”.
    Occorre scegliere e definire quanto prima l’oggetto della propria tesi, in modo da dare subito avvio alla ricerca delle fonti.

    Sulle fonti

    La bibliografia e’ uno strumento essenziale: essa aiuta a capire da dove arrivi (le tue matrici culturali) e dove stai andando, come aveva avuto modo di spiegare la Prof. ssa Riccini. Naturalmente puo’ anche esserci una filmografia …

    – – –

    PS il discorso inaugurale del Prof Anceschi e’ disponibile sul sito dello IUAV

  5. Grazie Fabrizio,
    il discorso di Anceschi è da oggi anche su room50, tanto per non farci mancare niente.

    D

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